Ogni anno in Europa vengono consumate più di 14 milioni di tonnellate di biodiesel, che attesta l'Ue come leader mondiale nella produzione e nell'uso del biocarburante per il trasporto. Il biodiesel offre un contributo chiave per “decarbonizzare” il settore dei trasporti e per realizzare l’obiettivo dell’Unione europea di ridurre le emissioni del 55 per cento entro il 2030
Il biodiesel rappresenta una fonte di energia rinnovabile, fondamentale per raggiungere l’obiettivo generale dell’Unione europea di ridurre le emissioni del 55 per cento entro il 2030. Il prossimo mese i policymaker avvieranno un processo di revisione della legislazione europea, che sostiene la decarbonizzazione del settore dei trasporti: il biodiesel offre a riguardo un contributo chiave in uno dei settori dell’Ue - in particolare quello stradale - a più alta intensità di carbonio. Un autista che alla stazione di rifornimento fa il pieno di biodiesel sostenibile, dà un supporto fondamentale alla cosiddetta “ecologizzazione” delle strade, che rientra nell’insieme degli sforzi dell’Ue per tutelare il clima. Grazie al Green Deal europeo, si sta diffondendo l’elettrificazione del trasporto stradale, che porterà inevitabilmente a una trasformazione della mobilità nel lungo periodo. Il biodiesel costituisce quindi un alleato essenziale per il raggiungimento degli obiettivi “green” europei, riferisce un’analisi pubblicata dal Board europeo per il biodiesel sul sito “Politico.eu”.
Si tratta di un combustibile rinnovabile prodotto da oli vegetali - ad esempio colza, girasole, soia, palma - ma anche da rifiuti, residui di olio da cucina o grassi animali. Può essere miscelato con il diesel fossile o sostituito completamente, senza bisogno di cambiare l'infrastruttura esistente, in modo da ridurre le emissioni di gas serra dal trasporto. I principali tipi di biodiesel sono l'estere metilico degli acidi grassi (Fame) e l'olio vegetale idrotrattato (Hvo). Ogni anno in Europa vengono consumate più di 14 milioni di tonnellate di biodiesel, che attesta l'Ue come leader mondiale nella produzione e nell'uso del biocarburante per il trasporto. Il biodiesel prodotto nel Vecchio continente contribuisce alla riduzione delle importazioni necessarie di diesel fossile, allo sviluppo dell’economia circolare e della bioeconomia, alla riduzione delle importazioni di mangimi per animali e al rafforzamento dell'economia rurale. L'industria europea di questa fonte di energia ha creato inoltre 25 mila posti di lavoro, direttamente legati alla produzione in Europa, che fanno parte dei 220 mila posti di lavoro totali del settore dei biocarburanti nell'Ue.
Il settore dei trasporti rappresenta circa un quarto delle emissioni totali di gas serra dell'Unione ed è l'unico settore europeo con emissioni in continuo aumento: le fonti rinnovabili, secondo i dati dell'Agenzia europea dell'ambiente, hanno rappresentato solo l'8,4 per cento dell'energia utilizzata nei trasporti nell'Ue nel 2019, rispetto al 2 per cento nel 2005. Ciò significa che l'Unione europea non è riuscita a raggiungere l’obiettivo del 10 per cento di energia rinnovabile nel settore dei trasporti entro il 2020. Tuttavia, nel 2018 è stato fissato l’obiettivo del 14 per cento entro il 2030. Questi numeri, sia in termini di sfide per raggiungere gli obiettivi europei prefissati in materia di trasporto rinnovabile, sia per la vasta presenza di biodiesel in Europa, riflettono il fatto che l'Ue ha bisogno di un maggiore sfruttamento del potenziale del biocarburante: è disponibile sul mercato, può essere facilmente implementato con adeguate misure politiche e fornisce una soluzione immediata di decarbonizzazione per milioni di veicoli europei esistenti alimentati a diesel, che saranno ancora presenti per diversi anni sulle strade.
I veicoli elettrici però non bastano per realizzare gli obiettivi climatici del 2030 e l’elettrificazione del trasporto stradale richiede una lunga transizione. Per questo, tutte le alternative possibili devono dare il loro contributo: camion, autobus, macchine agricole, veicoli leggeri e pesanti, ma anche l’aviazione, il trasporto marittimo e la navigazione interna - dato che questi ultimi settori sono molto difficili da elettrificare - richiederebbero un maggiore uso del biodiesel. Un messaggio che viene promosso anche dall’European Biodiesel Board (Ebb) negli ambienti politici europei, allo scopo di accelerare il processo di “ecologizzazione” del settore dei trasporti. L’Ebb è un’associazione industriale che riunisce 34 aziende produttrici di biodiesel in 21 Paesi membri, che rappresentano il 75 per cento della produzione europea del combustibile rinnovabile. Nonostante i benefici ambientali dei biocarburanti siano ben definiti, c’è chi esprime ancora preoccupazioni riguardo l’uso dei terreni agricoli per la loro produzione basata sulle colture, a sfavore dell’approvvigionamento alimentare. Tuttavia, l'ultimo rapporto della Commissione europea sui progressi dell'energia rinnovabile, non ha riscontrato alcuna correlazione tra la domanda di biocarburanti e i prezzi dei prodotti alimentari, evidenziando anche il significativo risparmio di emissioni di gas serra nel settore di tale fonte di energia sostenibile. Eppure, gli esponenti politici dell'Ue continuano ad essere scettici, impedendo di mettere in atto le condizioni ideali per permettere ai biodiesel basati sulle colture di esprimere il loro pieno potenziale. Secondo l’Ebb, per incentivare l’uso di carburanti rinnovabili nei trasporti, è fondamentale continuare a lavorare per definire i nuovi standard e per eliminare gli ostacoli normativi. L'Ebb ha sottolineato inoltre la necessità di aumentare il tasso di miscelazione del biodiesel con il diesel fossile. Attualmente per il biodiesel Fame, il limite è fissato al 7 per cento, ostacolando l'uso di miscele più alte, che potrebbero dare - secondo l’Ebb - una spinta decisiva per la decarbonizzazione del carburante diesel stradale.
A tal proposito, una buona occasione è fornita dall'imminente revisione della direttiva sulla qualità dei carburanti. Si prevede anche che l’Unione europea attuerà una revisione della direttiva sull’energia rinnovabile, aumentando l’obiettivo nel settore dei trasporti tra il 24 e il 26 per cento. La soglia di sostenibilità per l’industria dei biocarburanti risulta comunque essere già piuttosto alta, in un quadro normativo molto rigido. Un’eventuale riapertura dei colloqui su un’ulteriore revisione, rischierebbe di ritardare gli investimenti futuri, con il risultato di sprecare un decennio per la decarbonizzazione del trasporto stradale europeo.