Le strategie che il Comune di Roma sta mettendo in campo per trasformare una città estremamente complessa e grande come Roma in una "città sostenibile” dal punto di vista dei trasporti e della mobilità. Ne parla in questa intervista rilasciata a BolognaFiere Water&Energy-BFWE, l'Assessore alla Mobilità Sostenibile e Trasporti di Roma Capitale, Eugenio Patanè, illustrando le nuove misure previste dal provvedimento comunale approvato nei mesi scorsi per incentivare l’uso di veicoli a idrogeno, elettrici e con carburanti alternativi. Un “provvedimento aperto, senza riferimenti alle tecnologie realizzative degli impianti” nel rispetto di una evoluzione tecnologica costante e rapida.
Tra gli obiettivi, la diffusione capillare dei dispositivi di ricarica elettrica su tutto il territorio, arrivando entro il Giubileo a 5mila stalli; l’acquisto di 411 bus elettrici da destinare ad Atac; l’avvio di una sperimentazione dell'utilizzo di bus a idrogeno; lo sfruttamento dell'idrogeno verde prodotto dai rifiuti; la sperimentazione di bus green a guida autonoma.
Tutte queste tematiche verranno affrontate anche in occasione del Primo Forum Fuels Mobility che si terrà il 10 e 11 maggio prossimi a Roma, presso l'Ex Gazometro ENI - Via del Commercio 9, che vede il Patrocinio, tra gli altri, del Comune di Roma. Per l'occasione l'Assessore Eugenio Patanè parteciperà con un saluto di benvenuto.
Quali sono le strategie che il Comune di Roma sta mettendo in campo per trasformare una città come Roma in una città sostenibile e per incentivare in particolare l’uso di veicoli a idrogeno, elettrici e carburanti alternativi?
“Uno dei nostri primi provvedimenti è stata l’approvazione del nuovo regolamento per la gestione e l’utilizzo delle colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici che ha tra gli obiettivi la diffusione capillare dei dispositivi su tutto il territorio, arrivando entro il Giubileo a 5mila stalli, facilitare e semplificare la vita dei cittadini nell’utilizzo dei dispositivi, disincentivare l’utilizzo abusivo e improprio degli spazi di ricarica. Sui nuovi dispositivi saranno posizionati inoltre sensori in grado di rilevare le soste abusive negli stalli per la ricarica, per evitare che possano trasformarsi in meri parcheggi. Ed inoltre verrà garantita la possibilità, ai cittadini, di effettuare le operazioni di ricarica anche con le colonnine di operatori diversi dal proprio. Le colonnine saranno inoltre inserite nel sistema MaaS (Mobility as a Service) di Roma, l'App che mette in rete tutte le opzioni legate alla mobilità cittadina.
Oltre al nuovo regolamento per le colonnine elettriche, con 292 milioni di fondi del PNRR Roma Capitale acquisterà 411 bus elettrici da destinare ad Atac, una quota quindi molto consistente nell’ambito di un progressivo rinnovamento della flotta sotto il segno della sostenibilità”.
Dunque, questo nuovo regolamento approvato nei mesi scorsi per l’installazione e la gestione delle colonnine elettriche porta con sé una generale evoluzione tecnologica. Ad esempio, si prevede la sostituzione di tutte le vecchie colonnine e le vecchie prese di corrente con nuove più all’avanguardia o sensori in grado di rilevare le soste abusive negli stalli per la ricarica. Può illustraci come sta evolvendo la tecnologia?
“Innanzitutto occorre dire che abbiamo lavorato perché fosse predisposto un regolamento ‘aperto’ cioè senza riferimenti alle tecnologie realizzative degli impianti stessi. Questo perché le tecnologie evolvono molto rapidamente e inserirne delle specifiche in un regolamento avrebbe creato molti problemi nella predisposizione dei bandi di gara per l’affidamento delle concessioni. Poi abbiamo affrontato il tema del corretto uso degli stalli per la sosta destinata alla ricarica disponendo che nelle colonnine vengano inseriti apparati, come sensori e telecamere, di rilevamento della presenza delle vetture che, se non risultassero collegate alla colonnina, segnalerebbero ai concessionari e alla Polizia locale l’uso improprio dello stallo consentendo di procedere quindi all’elevazione della sanzione per divieto di sosta, secondo quanto prescritto dal Codice della strada. In ultimo abbiamo disposto che le colonnine siano tutte dotate di doppia presa di ricarica per poter servire due vetture in contemporanea. Le prese dovranno essere adeguate alle tecnologie (attualmente le tipo 2) utilizzate dai costruttori di vetture e potranno essere modificate se successivamente si affermeranno sul mercato nuovi tipi di presa di ricarica”.
Al di là dell’evoluzione tecnologica, i punti di ricarica vedranno anche una trasformazione degli spazi e dei servizi? Per esempio accanto alle colonnine si possono prevedere servizi di connessione internet o di attacco del PC da utilizzare nel periodo di tempo di ricarica?
“E’ un’ipotesi che abbiamo considerato, tenuto conto dei problemi legati ai tempi ancora abbastanza lunghi per una ricarica. Non è facile però provvedere alla realizzazione di veri e propri manufatti lungo le strade perché esistono dei vincoli urbanistici da rispettare. Abbiamo quindi pensato di aggregare gli impianti di ricarica in gruppi che vadano da tre a dieci, a seconda della localizzazione, prediligendo luoghi dove siano già presenti servizi che consentano ai cittadini di poter svolgere altre attività in sicurezza in attesa della ricarica delle batterie”
Quali sono le problematiche specifiche di una città complessa e vasta come Roma? In particolare per predisporre una infrastruttura per le colonnine elettriche e per il rifornimento a idrogeno?
“Roma è città complessa e soprattutto estremamente grande sviluppandosi su quasi 6.000 km di strade. Noi dobbiamo fornire impianti di ricarica diversificati per le varie tipologie di utenza. Nelle zone prevalentemente residenziali dove gli automobilisti la sera rientrano a casa dal lavoro e riprendono la vettura il giorno dopo oppure presso le fermate del trasporto pubblico non ha molto senso installare colonnine ad alta potenza. Invece nelle zone dove sono presenti servizi come uffici pubblici o attività commerciali o di svago è ipotizzabile la collocazione di impianti ad alta potenza ritenendo che il tempo necessario. Si tenga conto che sarà sicuramente necessario provvedere ad ‘elettrificare’ le grandi arterie di scorrimento, sia per l’ingresso in città che verso le autostrade. Per fare tutto questo è indispensabile tenere conto dei fabbisogni energetici necessari per ricaricare considerando che l’energia elettrica disponibile non è infinita e occorrerà pensare a procedure e tecnologie che consentano di ricaricare e allo stesso tempo impedire che tutta la città vada in black out”.
Invece, per quel che riguarda l’idrogeno? In alcune capitali europee stanno predisponendo ad esempio nuovi autobus a idrogeno. Progetti per Roma?
“Lo scorso mese di gennaio abbiamo approvato in Giunta una memoria che dà mandato al Dipartimento Mobilità e Trasporti di mettere in campo una sperimentazione dell'utilizzo di bus a idrogeno nel territorio capitolino, in coerenza con la strategia complessiva dell'amministrazione di rinnovare completamente la flotta bus nel segno della sostenibilità. Una delle opzioni che stiamo valutando, confidando di poter ottenere finanziamenti europei idonei sia all'installazione che alla gestione di bus a idrogeno, è quella di partire con la sperimentazione, insieme ad Atac, dalla rimessa di Acilia nel Municipio X acquistando 30 vetture e di realizzare, all'interno del medesimo deposito, gli elettrolizzatori per la produzione in autonomia dell'idrogeno verde. Parallelamente stiamo valutando l'ipotesi di sfruttare l'idrogeno verde prodotto dai rifiuti in un processo virtuoso di economia circolare".
Elemento fondamentale per consentire la penetrazione delle nuove tecnologie pulite e sostenibili nel settore della mobilità, è l’adeguamento delle normative legate alla sicurezza della circolazione e delle infrastrutture. Come si sta muovendo il Comune di Roma su questo fronte?
A Roma abbiamo intenzione di partire a breve con la sperimentazione dei bus a guida autonoma a trazione elettrica per le aziende del quartiere Eur. L’attuale normativa italiana permette, ma solo a livello di sperimentazione, una guida autonoma solo di livello 3, ossia a bordo del veicolo deve esserci un conducente pronto a intervenire. Mancando una norma ad hoc a livello nazionale non si può salire al livello 4 (guida autonoma senza conducente a bordo). Più avanti potremmo sperimentare anche la guida autonoma ad idrogeno.
A cura di Elena Veronelli