Intervista doppia ai presidenti di Assogasmetano e Federmetano: la situazione delle immatricolazioni e della rete, la transizione energetica, il Piano nazionale di ripresa e resilienza
Il settore del metano, nonostante i contraccolpi subiti l’anno scorso a causa della prima ondata della pandemia di coronavirus e del conseguente lockdown, mostra segnali incoraggianti, soprattutto per quanto riguarda le immatricolazioni.
“Attualmente stiamo lentamente ritornando a livelli di erogato accettabili, anche se non ancora quelli del periodo precedente la pandemia”, sintetizza Flavio Merigo, presidente di Assogasmetano, l’Associazione nazionale imprese distributrici metano autotrazione. “Riguardo alle immatricolazioni di nuovi veicoli, stiamo assistendo a una ripresa di interesse da parte degli automobilisti per le motorizzazioni a metano, non solo rispetto ai valori del 2020, ma anche e soprattutto a quelli del 2019. Il risultato è interessante considerando che, al contrario, le altre motorizzazioni ‘tradizionali’, benzina, gasolio e Gpl, continuano a registrare cali consistenti di immatricolato”, spiega Merigo. “Dal punto di vista della rete invece questa continua ad avere un trend positivo, abbiamo quasi raggiunto i 1.500 punti vendita sul territorio nazionale. Ovviamente occorre che a questo andamento corrisponda un incremento del parco circolante. Ragion per cui continuiamo a chiedere adeguati incentivi per le nuove immatricolazioni”, aggiunge.
Dante Natali, presidente di Federmetano, la Federazione nazionale distributori e trasportatori di metano, riferisce che “nel 2020 si è registrata una crescita del circolante a metano che oggi rappresenta il 2,1 per cento del parco veicolare totale italiano, passato da 1,071 milioni di veicoli nel 2019 a 1,088 milioni nel 2020” (elaborazione su dati Aci, Automobile Club d’Italia). “Non si è arrestato, dunque, il trend positivo che sta riguardando il circolante a gas naturale da ben cinque anni, cresciuto da 972 mila unità nel 2015 a 1,088 milioni di veicoli nel 2020”, osserva il dirigente. Natali, inoltre, sottolinea che “un segno positivo è arrivato anche dal fronte delle immatricolazioni delle auto a metano, che nei primi mesi del 2021 hanno visto una sorprendente ripresa, pari a un +59,2 per cento di marzo 2021 su marzo 2019 e a un complessivo +44,83 per cento dell’intero periodo gennaio-aprile 2021 sullo stesso arco temporale del 2019” (dati Unrae, Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri). “Numeri confortanti, se consideriamo il periodo storico che stiamo vivendo, e che ritraggono un settore resiliente e in grado di continuare a giocare un ruolo decisivo nell’economia nazionale”, commenta.
Forte della sua resilienza, il settore è proiettato sulla transizione energetica, per la quale il metano è riconosciuto come una delle risorse chiave, anche se ci sono ancora alcuni fattori che limitano l’utilizzo di questo carburante per i veicoli privati e commerciali.
Secondo Merigo, “pur essendo riconosciuto che il metano consente importanti riduzioni di emissioni, sia a livello locale (idrocarburi incombusti, ossidi di azoto, particolato ecc.) che globale (anidride carbonica) e con la prospettiva di ulteriori importanti riduzioni utilizzando il biometano, assistiamo negli ultimi tempi a uno spostamento di interesse da parte dei costruttori di veicoli verso altre soluzioni, quali ibrido ed elettrico, che al momento, se consideriamo le ‘emissioni reali’ nell’analisi del ciclo di vita (Lca), fanno pensare più a questioni di ‘opportunità commerciale’, che di reale beneficio ecologico”. “La conseguente riduzione di modelli alimentati a metano ‘di fabbrica’, fa sì che il nostro mercato, nonostante il continuo progredire della rete distributiva, sia in una fase di stallo. A questo poi si aggiunga il fatto che la politica ha anch’essa spostato da tempo l’attenzione su queste nuove soluzioni, per motivi più ideologici che di sostanza. Occorrerebbe a nostro avviso un ritorno a un necessario pragmatismo che valuti bene costi/benefici delle varie soluzioni, nell’ottica della neutralità tecnologica”, sostiene il presidente di Assogasmetano.
Per Natali, tuttavia, “i numeri sopra indicati fanno pensare a delle opportunità, più che a degli ostacoli, perché svelano un’utenza che crede nelle potenzialità di questo virtuoso carburante e costituiscono un forte messaggio per le case automobilistiche che ci auguriamo non passi inosservato e che le sproni a investire nel gas naturale, soprattutto se consideriamo che i veicoli a metano possono essere alimentati a biometano e consentire agli utenti di muoversi da subito in modo eco-compatibile”. Parlando dell’impegno di Federmetano “per risolvere ogni criticità che possa inibire un ulteriore sviluppo del settore” attraverso il confronto con le istituzioni, il dirigente si sofferma soprattutto sulla necessità di “snellire e agevolare le revisioni periodiche dei serbatoi, cosa che va a favore dei metanautisti in termini di tempo e costi”, citando in particolare l’attività di revisione delle bombole omologate CNG4 da parte delle officine private.
Un tema di rilievo per la crescita del settore è l’estensione della rete di rifornimento di metano self service.
“Ad oggi i distributori con il servizio self-service sono ancora pochi”, ammette Merigo, aggiungendo tuttavia che “dopo l’approvazione dell’ultimo decreto ministeriale, che ha chiarito alcuni punti gestionali, non vi sono particolari ostacoli per una rapida diffusione”. “Ovviamente occorrono i necessari tempi tecnici e burocratici di installazione e autorizzazione”, prosegue il presidente di Assogasmetano, lasciando intuire che il processo richiede un’accurata preparazione. “Al riguardo ci siamo attivati organizzando una serie di incontri con i nostri associati, per chiarire tutti gli aspetti normativi e tecnici su questo tema: dalle telecamere al software gestionale, fino al servizio di pronto intervento e videocitofono h/24, come richiesto dalle normative. Inoltre, abbiamo individuato varie aziende che offrono anche la possibilità di implementare tutti gli apparati necessari attraverso forme di noleggio, leasing ecc., evitando così investimenti troppo onerosi”, spiega il dirigente. “Al momento posso dire che abbiamo diversi associati che si stanno operando per adeguare i propri impianti al self service. Ci auguriamo che tale opportunità possa essere colta da un ampio numero di retisti così da offrire all’utente un ulteriore servizio”, conclude Merigo.
Natali ricorda che al “Decreto self-service metano” si è arrivati a marzo del 2019 “dopo un lungo tavolo di lavoro condiviso con i Vigili del Fuoco, partito ad aprile 2017”. Si tratta di “uno strumento legislativo che, per la prima volta, ci consente di fornire a chi si muove a metano un servizio efficiente, in grado di porre il settore nelle condizioni di competere ad armi pari con gli altri carburanti. La possibilità di fare rifornimento in modalitàà self-service, inoltre, fa sì che si possa soddisfare un tipo di utenza finora mai raggiunto, ossia tutti coloro che per motivi di lavoro hanno la necessità di rifornire i propri veicoli anche nelle ore notturne e nei giorni festivi”. “Da novembre 2020 è online il portale tramite cui gli utenti possono accedere al tutorial di formazione, elaborato da Snam, che consente loro di avere la formazione necessaria, e dunque l’abilitazione, per procedere al rifornimento in piena autonomia e sicurezza. Al momento ci sono già diverse stazioni di servizio che stanno per essere dotate di tale soluzione, mentre l’Associazione supporta gli operatori che vogliono offrire questo servizio”, aggiunge il presidente di Federmetano.
Per il futuro del settore Assogasmetano e Federmetano seguono attentamente gli sviluppi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
“Su questo tema stiamo registrando un notevole interesse. La tecnologia del biometano è in grado di fornire un grandissimo contributo alla mobilità sostenibile. Con l’impiego di questo carburante, totalmente compatibile con il gas naturale di origine fossile, è possibile arrivare a veicoli a zero emissioni di anidride carbonica. Oltre a quelli già avviati, entro la fine di quest’anno in Italia risulteranno operativi almeno dieci impianti di produzione di biometano liquefatto, con una produzione complessiva di circa 30 mila tonnellate di bio-Gnl all’anno. Se, come ci si attende, questo trend proseguirà, nei prossimi anni potremo coprire tutto il fabbisogno dei veicoli a metano con questo prodotto, che è un ‘biocarburante avanzato’ affermato”, premette Merigo.
“In merito al PNRR, Assogasmetano, in occasione di audizioni parlamentari ha formulato diverse proposte, tra le quali appunto la necessità di sostenere la filiera produttiva e distributiva del biometano/biogas attraverso la conferma e l’incremento dell’attuale politica incentivante, anche estendendone gli attuali limiti temporali, oltre a riconoscere lo stato di Zero Emission Vehicles (Zev) anche ai veicoli alimentati a biometano. Nello specifico, nel testo appena trasmesso a Bruxelles, tra le altre cose, apprezziamo il riconoscimento del ruolo del biometano tra le energie rinnovabili fondamentali per la transizione ecologica. La nostra priorità, adesso, è capire quante risorse saranno realmente destinate per il raggiungimento di questi obiettivi”, conclude il presidente dell’Associazione nazionale imprese distributrici metano autotrazione, ricordando anche la partnership decennale con Consorzio italiano biogas (CIB).
“Abbiamo prestato grande attenzione al Piano nazionale di ripresa e resilienza, interloquendo a più riprese con i decisori politici. Al biometano, assente nella prima stesura del PNRR, è stato riconosciuto un ruolo importante nell’ultima versione del provvedimento che il governo ha inviato a Bruxelles a fine aprile ed è risultato destinatario di investimenti pari a circa due miliardi di euro”, precisa Natali, assicurando che Federmetano continuerà a “lavorare per una maggiore attenzione anche a Lng e bio-Lng per i trasporti nei provvedimenti che saranno emanati in declinazione del PNRR”. “Ricordo – chiarisce ancora Natali – che ogni euro investito nel settore, raro esempio di perfetto connubio tra mondo agricolo e tecnologia industriale, ha immediate ricadute sull’economia del territorio. Una grande opportunità per tutti di crescita e sviluppo in un contesto di economia circolare. Ricordo che il biometano è già oggi, anche senza attendere l’operatività del PNRR, una realtà consolidata e di grande valore numerico e ambientale. Nel 2020 la percentuale di biometano usato in autotrazione è quasi il 20 per cento ed è destinata ad aumentare nei prossimi anni. Ogni metro cubo di biometano utilizzato implica chilometri percorsi senza emissione di anidride carbonica, un risultato ambientale eccezionale”.