Intervista al presidente Faib: la rete necessita di un ammodernamento ed è pronta a cogliere le opportunità del Recovery Fund per soddisfare una domanda diversificata di energia e le esigenze dell’automobilista
Con oltre 22.500 punti vendita su tutto il territorio nazionale, la categoria dei gestori dei carburanti è già nella posizione giusta per portare avanti la mobilità nell’era della transizione energetica. È quanto afferma il nuovo presidente della Federazione dei gestori carburanti Confesercenti (Faib), Giuseppe Sperduto, parlando in merito alla situazione del settore, fortemente colpito dalle restrizioni per il contenimento del Covid-19, e alle sfide del futuro, tra tutte la transizione energetica.
In merito alla situazione del comparto, Sperduto ricorda che le misure di restrizione dovute alla pandemia di Covid-19 hanno portato a una contrazione dei consumi dal 30 al 50 per cento su rete ordinaria, raggiungendo il 70/80 per cento sulla rete autostradale. “Sulla rete abbiamo avuto perdite ingenti con punte sulle autostrade dove impianti che vendevano 15.000 litri al giorno si sono ritrovati a vendere 1.000 litri, dovendo obbligatoriamente tenere aperto per poter erogare un servizio pubblico”, dichiara il presidente della Faib. “Abbiamo grosse ferite e per una parte della categoria non so se si rimargineranno, sarà estremamente difficile”, ammette il presidente Sperduto, ricordando inoltre come il settore sia colpito anche dal fenomeno dell’illegalità sia petrolifera che contrattuale, continuamente denunciato dalla Faib che per prima ha parlato di caporalato petrolifero da debellare.
In questo contesto, per Sperduto il settore ha necessità di un ammodernamento e di un cambiamento, valorizzando le opportunità rappresentante dal Recovery Fund. “Noi ci candidiamo ad essere protagonisti delle mobilità nell’era della transizione energetica, potendo contare su 22.500 punti vendita sul territorio nazionale, già operativi ed attrezzati ad erogare energia, forti di know how ultra decennale e di una qualità degli asset al servizio del Paese, senza la necessità di nuovo consumo di suolo. Noi abbiamo già le location e le professionalità per poterci candidare a stazioni distributrici multi-energie ed essere polifunzionali, incrociando le nuove aspettative di servizi dei cittadini, anche oltre l’automotive”, afferma Sperduto.
Il presidente della Faib, precisando che i gestori delle stazioni di servizio sono pronti a condurre punti vendita di esercizi “polifunzionali”, evidenzia che l’attuale struttura portante della rete è già oggi in grado di soddisfare sia una domanda diversificata di energia per autotrazione, da quelle tradizionali a quelle eco compatibili, sia le esigenze personali dell’automobilista – dallo shopping, ai servizi al cittadino, alla pausa al caffè – sia delle auto o dei veicoli commerciali con servizi dedicata di assistenza, pulizia, sanificazione e finanche di gestione di parchi auto per il car sharing.
In merito al contributo fornito dai gestori, attraverso le federazioni di categoria, Sperduto sottolinea l’approccio “trasversale” e indipendente. Faib, Fegica e Figisc hanno presentato a tutte le forze politiche presenti in Parlamento e al governo prima nell’incontro con il ministro della Transizione energetica, Roberto Cingolani, e poi con il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, la proposta di ripristinare il regime concessorio per consentire un adeguamento governato della rete alle nuove esigenze della mobilità sostenibile e del contrasto all’illegalità. “Ci siamo approcciati trasversalmente – dice il presidente della Faib – con tutte le forze politiche mettendoci a disposizione. Anche noi sentiamo la necessità di dare una svolta ben precisa in termini di transizione energetica e di lotta alle infiltrazioni malavitose. È necessario utilizzare l’opportunità rappresentata dal Recovery Fund che si presenta come un’occasione irripetibile per riammodernare la rete”.
“Noi naturalmente, partecipando al grande sforzo a cui è chiamato il Paese in termini di innovazione e ammodernamento, vogliamo essere dentro al meccanismo del Recovery Fund per riqualificare la rete distributiva del futuro, dando un contributo che ci auguriamo possa coinvolgere tutti gli operatori. I gestori del futuro saranno sicuramente più importanti nello scenario energetico, ma dovranno avere competenze specifiche in merito ai prodotti energetici che distribuiscono. Inoltre, dovranno anche saper acquisire capacità manageriali e merceologiche per far fronte alle esigenze del cliente ad acquistare beni che si adattano alle realtà in cui le stazioni di servizio sono inserite” e “proporre servizi sempre più specializzati che non riguarderanno solo le autovetture”, sottolinea Sperduto. A suo parere, non è possibile “fermarci di fronte all’ostacolo del futuro che noi leggiamo come opportunità nuove”.
La transizione energetica, per il presidente della Faib, sarà lunga e complessa, dovendo mettere insieme diversi pezzi di società e di strutture, essendo ad oggi impensabile mutare improvvisamente il parco auto italiano – tra i più vecchi d’Europa – passando da motori a combustione all’elettrico, avviando al contempo anche un adeguamento infrastrutturale e di rete. “La transizione energetica è necessaria, ma deve essere veramente un processo evolutivo, da un lato supportando la mobilità e dall’altro accompagnandola verso la sostenibilità nella giusta misura, senza colpire i cittadini e interi settori industriali ed economici garantendo il principio della neutralità tecnologica e sostenendo la ricerca. I gestori sono pronti a fare la loro parte”.