Il pacchetto di misure adottato dalla Commissione, e che dovrà essere votato dal Parlamento Ue, stabilisce obiettivi significativamente più rigorosi rispetto a quelli previsti finora favorendo la produzione di veicoli elettrici.
“Fit for 55”, il pacchetto di misure sull’energia e il clima adottato dalla Commissione europea, impone entro il 2030 una riduzione delle emissioni del 55 per cento rispetto agli anni Novanta favorendo nei fatti la produzione e la vendita di veicoli elettrici rispetto ad altre tipologie di motorizzazione. Le ricadute saranno significative per l’industria automobilistica, costretta ad abbandonare i motori a combustione interna e per quella dei carburanti, mettendo a rischio lo sviluppo e l’applicazione di combustibili liquidi rinnovabili e a basse emissioni di anidride carbonica.
L'ultimo annuncio dell’Unione europea sulla tabella di marcia per la riduzione delle emissioni ha riacceso il dibattito sul calcolo delle emissioni allo scarico e sulla negazione del principio della neutralità tecnologica. La proposta “Fit for 55”, presentata il 14 luglio, contiene una serie di obiettivi tali da trasformare in modo significativo l’industria automobilistica e influenzare la filiera dei carburanti. La proposta fa riferimento a una riduzione giuridicamente vincolante (e molto più rigorosa) del 55 per cento delle emissioni di anidride carbonica (dai livelli del 1990) in tutti i settori industriali entro il 2030. Questo obiettivo intermedio è parte del 2030 Climate Target Plan e del target più ampio del Green Deal europeo. “Fit for 55” stabilisce esplicitamente nuovi obiettivi per le emissioni dei veicoli, che sono significativamente più rigorosi rispetto a quelli adottati finora, favorendo nei fatti la produzione e la vendita di veicoli elettrici rispetto ad altre tipologie di motorizzazione.
Gli obiettivi di decarbonizzazione attuati nel 2020 e 2021 hanno imposto agli Oem (Original Equipment Manufacturer) di soddisfare una media del settore di 95 grammi di CO2 per chilometro per i nuovi veicoli venduti. Tuttavia, a causa delle conseguenze della pandemia di Covid-19 il 2020 è stato un anno di transizione, con gli Oem autorizzati a esentare il cinque per cento delle auto più inquinanti dalle emissioni complessive dei gruppi Oem. Per il 2021, l'obiettivo di 95 g/CO2/km dovrà essere implementato completamente con tutti i nuovi veicoli venduti conteggiati. Con il “Fit for 55” tali obiettivi saranno molto più ambiziosi, imponendo, nella sostanza, uno stravolgimento dei mix di prodotti in Europa in poco meno di un decennio.
Tuttavia, in base alla proposta Ue – che deve essere ratificata dai 27 membri dell’Unione e dal Parlamento europeo nel novembre 2021 – la riduzione delle emissioni sarà del 55 per cento, ovvero 43 grammi di anidride carbonica per chilometro. Secondo diversi analisti, ciò richiederebbe un mix di vendita pari al 50 per cento di veicoli elettrici (Ev) ed elettrici ibridi plug-in (Phev), con una piccola percentuale di veicoli a celle a combustibile (Fcv), 30 per cento ibridi “pieni” e non più del 20 per cento di auto e veicoli con motore a combustione interna (Internal Combustion Engine, Ice) alimentati a benzina o gasolio.
Un quadro completamente mutato rispetto al 2020, quando Ev e Phev rappresentavano il dieci per cento del mercato. La crescita della quota di mercato di Ev e Phev sta continuando ad aumentare in modo significativo, tuttavia l’accelerazione che verrebbe imposta dalle potenziali nuove normative porterebbe a una trasformazione radicale in poco più di otto anni sia per quanto riguarda lo sviluppo e la produzione dei nuovi modelli automobilistici (meno di due cicli produttivi), con un radicale mutamento tecnologico sulle componenti dei veicoli, che nella generale industria dei carburanti.
L’obiettivo al 2035 è ancora più ambizioso: zero grammi di anidride carbonica per chilometro. Nonostante l’Ue non abbia esplicitamente vietato i propulsori a combustione interna, sarà tecnicamente impossibile costruire un veicolo Ice a emissioni zero, con importanti ricadute su tutte le tecnologie motoristiche e di carburanti ecologici attualmente in fase di sviluppo o già operativi. Sulla base dell’attuale traiettoria della tecnologia, ciò suggerirebbe che tutti i veicoli venduti saranno veicoli elettrici completi, con una piccola percentuale di veicoli elettrici a cella combustibile.
La proposta ha destato una serie di preoccupazioni e critiche sia da parte dell’industria automobilistica che della produzione di carburanti. Infatti, la proposta Ue non tiene conto in modo adeguato del cruciale ruolo nella transizione energetica dei combustibili liquidi rinnovabili e a basse emissioni di CO2, oltre che dei percorsi tecnologici alternativi a quelli incentivati nella proposta. Infatti, l'attenzione alle emissioni allo scarico dei nuovi veicoli ostacola il potenziale di transizione per raggiungere la neutralità climatica. La proposta Ue mantiene di fatto un puro approccio Tank-to-Wheel (serbatoio-ruota), anziché allargare l’orizzonte verso un approccio Well-To-Wheel (una stima delle emissioni durante l'intera vita di un veicolo), che considera anche l'impronta carbonica delle rispettive tecnologie. Il suggerimento arrivato da più parti alle istituzioni europee è la creazione di un piano olistico in cui i combustibili liquidi a basse emissioni di carbonio, i gas decarbonizzati, l’elettrificazione e l'idrogeno nel trasporto su strada si trovino fianco a fianco.