Le quote di mercato sono in continua crescita con 203.257 modelli elettrificati immatricolati nei primi 5 mesi del 2021. Il ministro Cingolani parla di un polo nazionale per la produzione di batterie che si integri nella filiera europea. Almeno 24 le realtà italiane parte della European Battery Alliance (Ena)
Le esigenze di riduzione delle emissioni stanno portando ad un aumento del parco circolante di auto elettriche ed ibride plug-in. Le quote di mercato sono in continua crescita con 203.257 modelli elettrificati immatricolati nei primi 5 mesi del 2021, in fortissima crescita rispetto al dato 2019 pari 46.497. Il trend riguarda tutti i Paesi europei con le vendite di auto elettriche a batteria che nel primo trimestre 2021 sono aumentate del 56 per cento, per una quota di mercato del 5,7 per cento, mentre le vendite di veicoli ibridi plug-in sono aumentate del 154 per cento, per una quota di mercato dell'8 per cento. Le previsioni per il futuro parlano di una flotta di veicoli elettrici in Europa che raggiungerà i 40 milioni entro il 2030 e ciò impone uno sviluppo dell’industria per la produzione di batterie all’interno del continente.
L’argomento è stato affrontato dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che intervenendo lo scorso 14 giugno ad un webinar promosso dall'associazione Fino a prova contraria ha sottolineato che è al vaglio la creazione di un polo nazionale per la produzione di batterie che si integri nella filiera europea “per renderci più autonomi e competitivi”. Il ministro ha ammesso che serviranno almeno dieci anni per avviare una vera transizione dalla mobilità tradizionale, a diesel e benzina. Per Cingolani, l’obiettivo della progressiva e definitiva elettrificazione del trasporto va perseguito con un approccio concreto e pratico che tenga conto della sostenibilità sociale, dell’aggravio dei costi per le famiglie e della sfida tecnologica, procedendo con l’elettrificazione del parco auto e far decollare la vettura alimentata a idrogeno.
Il tema dello sviluppo di una filiera industriale per la produzione di batterie è da tempo al centro delle politiche della Commissione Ue. Nel 2017 è stata lanciata dal vicepresidente della Commissione europea Maroš Šefčovič la European Battery Alliance (Eba) con l’obiettivo di garantire che tutti gli europei beneficino di un traffico più sicuro, di veicoli più puliti e di soluzioni tecnologiche più sostenibili creando una catena del valore per la produzione di celle a batteria competitiva e sostenibile in Europa. La rete Eba comprende oltre 600 tra aziende e organizzazioni del settore pubblico e privato che copre l'intera catena del valore della batteria, di cui 24 realtà italiane: Prodotti chimici Italmatch, Art-Er - Regione Emilia Romagna, Federchimica, Aumatech, Comau, Istituto Italiano di Tecnologia, Lithops Srl., Marposs, Politecnico di Milano, Sensichips Srl, Sovema Group Spa, Faam Fib Srl, Green Energy Storage, Afil, Amma, Avl Italy Technical Centre, Centro Ricerche Fiat Scpa, Enea, Enel, Fpt PowerTrain Technologies, Rse Spa, Sol Group, Terna.
Nel 2019 la Commissione ha approvato un sostegno pubblico di 3,2 miliardi di euro nel quadro dello sviluppo della prima batteria realizzata nell’ambito di un Ipcei (Important Projects of Common European Interest) che coinvolge diciassette aziende/organizzazioni di sette Stati membri (Francia, Germania, Svezia, Belgio, Finlandia, Polonia e Italia) con una serie di progetti sull’intera catena del valore. Il 26 gennaio 2021, la Commissione ha approvato un secondo Ipcei che coinvolge 42 aziende/organizzazioni di dodici Stati membri (Austria, Belgio, Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Polonia, Slovacchia, Spagna e Svezia), sostenuto da un massimo di 2,9 miliardi di euro in aiuti di Stato e altri 9 miliardi di euro di investimenti del settore privato. In una recente intervista rilasciata al sito “Open Access Government”, la portavoce della Commissione europea, Sonya Gospodinova ha affermato che le batterie sono al centro della transizione dell'Europa verso un futuro più pulito e digitale, rappresentando “la tecnologia abilitante chiave per lo sviluppo della mobilità e dello stoccaggio a basse e zero emissioni”.